martedì 28 maggio 2013

D162 - Passera-Zanonato: continuità nell'energia?


Ricorderete la recente Strategia Energetica Nazionale (che qui abbiamo visto nelle puntate da 153 a 155), il primo documento con una visione integrata di medio periodo delle azioni pubbliche in campo energetico dai tempi dell'Enel ente pubblico. Alcuni suoi detrattori lo ritengono un testo ininfluente. Dal punto di vista formale, se da un lato la Strategia ha attraversato un processo consultivo pubblico, dall'altro non c'è stata alcuna sua ratifica parlamentare che possa renderla vincolante anche per i governi successivi a quello Monti che l'ha partorito.

Per questo è significativo l'intervento del neoministro per lo Sviluppo Economico Zanonato, che all'assemblea di Confindustria della scorsa settimana ha citato la Strategia Energetica del governo Monti come faro anche per l'azione di questo esecutivo. Ciò fa il paio con la conferma del sottosegretario Claudio De Vincenti, che con Passera aveva la delega all'energia, e che in una recente intervista all'agenzia Agi preannuncia continuità e rivendica i risultati del precedente governo.
L'obiettivo resta, dice De Vincenti, quello di puntare all'energia più economica possibile grazie a più sviluppo e più integrazione anche fisica dei mercati.
Un risultato notevole già ottenuto è l'allineamento del prezzo all'ingrosso del gas in Italia a quello centroeuropeo, che prossimamente avrà effetti positivi anche sulle bollette domestiche a prezzo standard stabilito dall'Autorità per l'energia, la quale ha recentemente deciso di agganciarlo non più al prezzo di importazione dei contratti a lungo termine, ma a quello all'ingrosso europeo.

Ma proprio in quest'ambito arriva una nota stonata, evidenziata da un articolo di Gionata Picchio sul Fatto Quotidiano e su Staffetta Quotidiana, poi ripreso da un altro su Quale Energia. Si tratta di questo: anche i prezzi a cui si remunera l'energia (verde e non) sussidiata dal vecchio meccanismo cosiddetto CIP6 (costata ancora più di 3 miliardi nel 2011) hanno una componente agganciata al combustibile.
Una deliberazione dello scorso dicembre dell'Autorità per l'energia suggerì al Governo di valorizzare questa componente basandosi sul più economico mercato all'ingrosso del gas, anziché sui contratti di importazione di lungo periodo, con un possibile risparmio di circa mezzo miliardo all'anno.
Il ministero dello Sviluppo Economico, però, con un decreto del 24 aprile, ha perpetuato per l'intero 2012 il sistema precedente mantenendo più alto il sussidio agli impianti che ancora godono dei vecchi generosi incentivi CIP6. L'alternativa, secondo i critici di questa decisione, avrebbe potuto essere l'utilizzo del prezzo che scaturisce dal mercato del bilanciamento, già disponibile dalla primavera del 2012.

Forse la modifica avrebbe potuto configurarsi come una lesione di diritto contrattualmente acquisito? A mio parere no, perché il criterio della remunerazione del costo evitato del combustibile previsto nella disciplina del CIP6 resterebbe integro, semplicemente ci si riferirebbe a un nuovo indice – riferito al mercato spot del gas – che al tempo di istituzione del CIP6 non esisteva.

Di nuovo torna il tema della salvaguardia dei "diritti acquisiti". Che verosimilmente verrà usato dai beneficiari di sussidi a fonti rinnovabili, impianti questi ultimi del resto ben più recenti e funzionali all'attuale politica energetica rispetto ai CIP6, per evitare un ridimensionamento dei loro diritti economici.

Nessun commento:

Posta un commento