Oggi ci aggiorniamo su una delle storie senza fine che
Derrick ha sempre seguito: la guerra dei sussidi alimentati dalle bollette
dell’energia. Tempo fa avevo dato notizia delle proteste di aziende non
manifatturiere contro una norma di legge che attribuisce alle aziende
energivore del solo manifatturiero il diritto di avere sconti sull’energia a
spese di tutte le altre bollette.
Gli aggiornamenti partono da fine 2014 quando il TAR di
Milano ha rigettato il ricorso di un gruppo di aziende della grande
distribuzione contro le norme dell’Autorità per l’Energia attuative di questa
discriminazione. Il TAR scrive che la logica sottesa, presente anche nelle
norme europee, è difendibile, perché identifica correttamente nel
manifatturiero l’ambito dei settori sottoposti a concorrenza internazionale. E
quindi alla perdita di competitività dovuta al fatto che in altri Paesi le
bollette non subiscono gli aggravi dovuti alle politiche ambientali europee che
pesano invece sulle bollette interne. Inoltre, sentenzia il TAR, non si capisce
in che modo la grande distribuzione italiana, che opera in un mercato invece
locale, dovrebbe essere danneggiata dalla mancata partecipazione al sussidio
per energivori.
Stanno in piedi queste argomentazioni del TAR? Poco. È vero
che l’Europa ha introdotto il principio dei sussidi energetici per chi compete
internazionalmente, ma è anche vero che farne coincidere il novero col manifatturiero
è una semplificazione grossolana. E poi sì che c’è distorsione della
concorrenza discriminando i sussidi tra settori: anche quella è concorrenza.
Un articolo di Gionata Picchio direttore di Staffetta
Quotidiana del 16 aprile 2015 dà conto di una decisione in senso diverso di
un altro tribunale amministrativo: la VI sezione del Consiglio di Stato. Tutto
nasce da un ricorso, simile a quello della grande distribuzione, da parte di Fondazione
Santa Lucia, nel settore della sanità.
Il consiglio di Stato in questo caso ha deciso di chiedere
aiuto, per la propria decisione, alla Corte di Giustizia europea, riguardo a
due punti:
1)
Se la direttiva europea sulla tassazione dell’energia
– che permette gli sgravi agli energivori - riguardi anche gli oneri
parafiscali delle bollette, su cui si applicano gli sconti di cui stiamo
parlando;
2)
se gli Stati membri abbiano diritto di applicare
questi sussidi in modo selettivo per singoli gruppi d’aziende.
Sono aspetti molto interessanti, nell’ambito della politica
industriale in bolletta. Speriamo la corte risponda presto.
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