"Gl’italiani sopportano praticamente di tutto, tranne le tasse e il rispetto dei diritti civili".
Lo scrive Matteo Ferrario ne Il Mostro dell’Hinterland, romanzo appena uscito per i tipi di Fernandel e alla cui presentazione
parteciperò giovedì 28 maggio alle 18.30 a Milano alla libreria Il mio libro di Cristina
di Canio in via Sannio 18.
Il 19 maggio 2015 si è svolto a Roma un convegno di Nomisma
Energia dedicato agli effetti per i consumatori delle liberalizzazioni del
mercato dell’energia, cui ho partecipato anch’io. Il tema è d’attualità perché
il disegno di legge del Governo detto dl concorrenza (di cui abbiamo già parlato qui), che deve ancora passare
in Parlamento e su cui alla Camera si stanno svolgendo audizioni a operatori,
prevede che dal 2018 scompaiano le tariffe cosiddette di tutela per energia
elettrica e il gas, tariffe che sono stabilite dall’Autorità per l’energia
sulla base di indicatori di costo o di mercato. Il legislatore europeo e
l’antitrust ritengono che una volta che il settore è transitato alla
concorrenza simili meccanismi non servano più, anzi danneggino la competizione
sul mercato.
Nomisma Energia ha presentato in occasione del convegno uno
studio in cui sostiene che il mercato in effetti funziona. Se ci focalizziamo
sulla fornitura di gas e elettricità alle abitazioni, spiega Nomisma Energia
che con la concorrenza l’offerta si è arricchita di servizi aggiuntivi di ogni
tipo, da ammennicoli come le raccolte punti a assicurazioni sulla casa o altro,
e ha permesso offerte a prezzo fisso che prima non c’erano.
Sì, ma a livello di prezzo? Si risparmia sul cosiddetto
mercato libero rispetto alle offerte standard cui accede un cliente che non
abbia mai scelto un nuovo fornitore? Sì. Volendo, si risparmia. La stessa
Autorità per l’energia con il suo Trovaofferte permette una comparazione, anche
se con molte semplificazioni, e mostra che ci sono molte offerte di altrettanti
operatori che battono il prezzo regolato. Queste offerte hanno generalmente una
cosa in comune: sono stipulabili via web.
È strano? No, non lo è. Aldilà della retorica sulle
bollette, un cliente domestico medio spende per elettricità e gas non molto del
suo budget, troppo poco e con margini troppo piccoli rispetto ai costi affinché
un venditore possa investire granché nel prendere nuovi clienti attraverso
azioni di marketing attivo.
Questi costi di acquisizione dei clienti però vengono meno se, anziché andare il fornitore dal cliente, è quest’ultimo che fa tutto da solo.
Cioè si informa sulle offerte disponibili, sulle proprie modalità di consumo, e
va a stipulare sul web il contratto che vuole dal fornitore che vuole.
In questo modo il risparmio commerciale per il fornitore
diventa risparmio suo, del cliente. Non solo: mancando la mediazione al telefono
o di persona di un agente, è meno probabile fare errori, visto che sul web è il
cliente stesso che mette i dati e clicca dove vuole cliccare.
Eppure, sono pochissimi a farlo.
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