Come sono cambiati e
stanno cambiando i misuratori dell’energia elettrica e del gas che abbiamo in
casa o in cantina? (Con Antonio Sileo e grazie anche a una conversazione con Alberto Calvi. Informazioni sui collaboratori esterni di Derrick sono qui).
Un vecchio contatore d'elettricità ancora in uso per contabilizzazione interna in un residence milanese |
I contatori elettrici: seconda generazione e verso la terza
I contatori elettrici in quasi tutte le case italiane hanno subìto un salto tecnologico nell’ultimo ventennio o meno, passando da vecchi apparecchi elettromeccanici come quello qui nella foto a nuovi modelli elettronici in grado di essere letti e per alcune funzioni comandati a distanza. In che modo? Per ora attraverso segnali che passano negli stessi cavi elettrici che portano l’energia, un sistema chiamato PLC (power line communication): se va tutto bene, almeno una volta per ogni bolletta il distributore d’energia (cioè il gestore della rete locale) acquisisce i nostri consumi e li rende disponibili a chi ci vende l’elettricità, perché possa fatturarceli.
Ma il giro di questi dati
non è istantaneo né infallibile, così capita che la bolletta si basi comunque
su consumi in parte, o, peggio e raramente, del tutto calcolati. Se poi le
mancate letture si protraggono e il cliente non si preoccupa di controllare e
mandare ogni tanto un’autolettura, possono arrivare bollette pazze di
conguaglio nel momento in cui il dato reale viene finalmente acquisito. (Sui maxiconguagli
già esistono tutele per il cliente e il tema verrà forse ulteriormente
regolato, ma il tema non verrà approfondito in questa puntata).
Chi li controlla?
I nuovi contatori elettronici d'elettricità sono dunque più intelligenti dei vecchi.
I nuovi contatori elettronici d'elettricità sono dunque più intelligenti dei vecchi.
Hanno però introdotto problemi
di controllo. Proprio perché sono elettronici, la verifica del loro corretto
funzionamento non può limitarsi all’integrità dell’apparecchio,
ma deve riguardare anche il software e il processo di acquisizione, e
richiederebbe un ente certificatore in grado di ingerirsi nei sistemi
informativi dei distributori.
Secondo alcuni osservatori, tra cui l’esperto e blogger Edoardo Beltrame e l’associazione dei consumatori Codici che ha lanciato una class action in materia, esiste una zona grigia nel controllo delle misure.
Secondo alcuni osservatori, tra cui l’esperto e blogger Edoardo Beltrame e l’associazione dei consumatori Codici che ha lanciato una class action in materia, esiste una zona grigia nel controllo delle misure.
Come sarà la terza generazione dei contatori d'elettricità?
La vita degli apparecchi non è eterna (anzi, l'accelerazione tecnologica li rende obsoleti prima) e i primi contatori elettronici installati nelle case italiane arriveranno alla fine della vita prevista già nel 2017, tanto che l’Autorità per l’Energia si sta preoccupando di stabilire le regole per la loro sostituzione, anche riguardo alle caratteristiche che i successori dovranno avere: dovranno dialogare con il cliente, interagire con gli apparecchi o i sistemi di domotica installati in casa, ma anche, potenzialmente, dialogare più velocemente con la rete elettrica, in modo da rendere possibili nuovi servizi come la fornitura d'energia prepagata e telegestita. (Non quella che si vede in una scena del Monello di Charlie Chaplin, dove il contatore del gas si attiva a monete!).
La vita degli apparecchi non è eterna (anzi, l'accelerazione tecnologica li rende obsoleti prima) e i primi contatori elettronici installati nelle case italiane arriveranno alla fine della vita prevista già nel 2017, tanto che l’Autorità per l’Energia si sta preoccupando di stabilire le regole per la loro sostituzione, anche riguardo alle caratteristiche che i successori dovranno avere: dovranno dialogare con il cliente, interagire con gli apparecchi o i sistemi di domotica installati in casa, ma anche, potenzialmente, dialogare più velocemente con la rete elettrica, in modo da rendere possibili nuovi servizi come la fornitura d'energia prepagata e telegestita. (Non quella che si vede in una scena del Monello di Charlie Chaplin, dove il contatore del gas si attiva a monete!).
Proprio per questo la
stampa specializzata recentemente si è occupata, per esempio con l’articolo “La guerra degli smart meter” di Antonio Sileo su Staffetta Quotidiana il 26 febbraio 2016, dell’ipotesi
che la tecnologia PLC rischi di diventare troppo in fretta obsoleta, e con essa
la nuova generazione di misuratori se la utilizzeranno. Ed essendo i misuratori
in Italia (pur nell’incertezza della legge primaria in materia) remunerati in
bolletta come la rete elettrica, il rischio di un investimento eccessivo
rispetto ai suoi vantaggi è un rischio di tipo pubblico.
I nuovi contatori del gas
Un contatore elettronico domestico del gas |
I misuratori domestici del gas, a differenza degli elettrici, in gran parte non
sono ancora letti a distanza, salvo sperimentazioni da parte di distributori particolarmente virtuosi.
A maggior ragione anche per i misuratori gas non teleletti quindi incombe un piano di sostituzione che dovrebbe compiersi in modo da portare entro il 2018 a 80% la quota di contatori teleletti e telegestiti (in grado cioè anche di interrompere l’erogazione su ordine remoto del gestore della rete).
A maggior ragione anche per i misuratori gas non teleletti quindi incombe un piano di sostituzione che dovrebbe compiersi in modo da portare entro il 2018 a 80% la quota di contatori teleletti e telegestiti (in grado cioè anche di interrompere l’erogazione su ordine remoto del gestore della rete).
Quale tecnologia wireless?
Tra elettricità e gas,
l’investimento necessario nei prossimi anni per le sostituzioni in Italia si
aggirerà sui 6 miliardi, e comporta scelte non ovvie
riguardo alle tecnologie di comunicazione dei contatori.
Se per quelli
elettrici abbiamo visto che l’opzione più conservatrice (perché già adottata dall’attuale
generazione di misuratori) è l’uso di onde convogliate negli stessi cavi della
corrente per arrivare a centrali di aggregazione gestite dai distributori, per
tutti c’è da scegliere in alternativa tra sistemi di comunicazione wireless.
Tra
questi, avrete sentito parlare dell’”internet of things” (IOT), cioè la messa
in comunicazione di oggetti attraverso una rete cellulare a banda stretta (e a
bassi consumi energetici) ma alta capacità di penetrazione degli ostacoli
fisici, per arrivare per esempio in cantina dove un misuratore gas potrebbe
risiedere.
Si tratta di una tecnologia in corso di standardizzazione tra i
gestori di telefonia mobile di tutto il mondo. È adatta anche all’utilizzo sui
contatori gas – non collegati a una sorgente elettrica - grazie alla
possibilità di dotarli di batterie in grado di durare quanto la vita utile del
contatore stesso, proprio grazie ai bassi consumi dei trasmettitori di questo
tipo che, rispetto a quanto faccia un telefonino, devono trasmettere pochi dati numerici.
La tecnologia IOT consente anche l’utilizzo di SIM
virtuali, che permettono di cambiare il fornitore dei servizi di comunicazione senza accedere
fisicamente al trasmettitore (applicato a un telefonino, questo sistema permetterebbe
di cambiare gestore senza doversi procurare una nuova SIM).
Costi e benefici
Convengono questi
investimenti? L’analisi non è banale da fare, ma si può ragionevolmente affermare quanto segue.
- Un cliente più consapevole dei propri consumi consuma meglio e risparmia.
- La telegestione dei punti di fornitura aiuta a combattere la morosità, che oggi è un costo socializzato, cioè pagato da tutti coloro che invece le bollette le onorano.
- Le potenzialità commerciali di una maggiore e tempestiva conoscenza del comportamento energetico di un punto di consumo sono vaste e permettono di interagire, automaticamente o meno, col consumatore. Per esempio di limitare o aumentare in modo flessibile la disponibilità di energia, dando al consumatore l’opzione di essere lui stesso a fornire flessibilità al sistema.
Dicevamo che la valutazione
costi-benefici è difficile. Ma è anche necessaria nei casi, come quello
italiano, in cui i misuratori sono gestiti e posseduti dal distributore, e
quindi pagati in bolletta sulla base di tassi di ritorno del capitale
indipendenti dalla disponibilità a pagare del consumatore.
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