Ho ricevuto segnali di
interesse verso un paio di vecchie puntate di Derrick in cui facevo il
reportage di miei spostamenti a
piedi tra luoghi molto frequentati della periferia romana. Percorsi che
moltissimi pedoni suppongo avrebbero interesse a fare ma che la città non sembra
progettata per assecondare, oppure che per pigrizia o cultura non vengono
tentati.
In rosso, con partenza dal basso, il percorso a piedi. |
Un chilometro scarso in linea d’aria nella periferia nordest della città, vicino a dove la via Tiburtina incrocia il fiume Aniene.
Affronto il tragitto il
23 novembre 2017 approfittando del sole e di una riunione di lavoro a Terna,
e vi dico subito l’esito: a differenza dei casi precedenti, stavolta non trovo
mancanza di infrastrutture pedonali. Nessuno svincolo automobilistico non
protetto da percorrere o attraversare, nessun cul de sac, nessun guardrail da scavalcare.
Solo rifiuti e stato d’abbandono dei percorsi pedonali esistenti, e la
sensazione d’essere l’unico in chissà quanto tempo ad avventurarmi col
semplice fine di transito e non per trovare rifugio o gettare rifiuti.
Dunque esco dalla fermata
ponte Mammolo, con le sue bancarelle, e verso Nord raggiungo l’arteria viale
Togliatti che da queste parti fa un evidente tornante per connettersi
La Chevrolet Corvette dell'86 |
Mi tornano ricordi di quando ventenne mi aggiravo in piazzali vagamente western di sfasciacarrozze, temendone i cani da guardia, per cercare ricambi d’occasione per la mia Fiat Ritmo rossa dell’84.
Un bus e auto in vendita fermi sullo svincolo chiuso in uscita dalla Tiburtina |
Torno in me e lascio il carrozziere
verso lo svincolo in uscita dalla Tiburtina che pur apparentemente integro è
chiuso al traffico, tanto che il suo tratto finale sembra usucapito dall’autocarrozzeria,
con addirittura un bus gran turismo in sosta forse in attesa di cure. Mi sembra un caso evidente di infrastruttura pesante fatta e poi abbandonata.
Il fiume Aniene e, a destra, gli orti |
Risalgo lo
svincolo fin dove si stacca dalla Tiburtina (punto in cui è chiuso con blocchi
di cemento) nei pressi del ponte sull’Aniene, fiume che là sotto scorre tra
detriti e vegetazione rigogliosa, con una discarica di rifiuti gettati dal
viadotto da un lato, e orti dall’altra parte.
Rifiuti sulla riva destra dell'Aniene sotto lo svincolo chiuso |
Sempre in percorso
pedonale abbandonato e pieno di rifiuti, ma esistente, raggiungo la vasta via
Furio Cicogna, poco attraente seppur costeggiata da verde e marciapiedi da
entrambi i lati, e la percorro lungamente verso Nord-Ovest.
Dal lato dell’Aniene
tra la vegetazione incolta dev’esserci un sentiero, disperatamente segnalato
come “ciclabile” da due grandi cartelli in legno il cui artefice, se ci fosse un
paradiso, lo meriterebbe. Dall’altro lato c’è invece un vero e proprio parco
pubblico recintato, dall’aria ben tenuta e delimitato sulla strada perfino da
qualche palma, per quanto malaticcia.
Via Cicogna incrocia via
Galbani a poche centinaia di metri dalla mia destinazione.
"SENTIERO CICLABILE" recita il cartello |
Ma il percorso ha
ancora in serbo qualcosa per me: il museo archeologico comunale di Casal de’
Pazzi, dotato credo di percorsi interattivi per giovani, che se non fossi atteso
alla mia riunione visiterei.
“Come sei venuto?” chiede
una collega quando sono già nei corridoi di Terna.
“A piedi dalla fermata di
Ponte Mammolo” rispondo.
“Solo a te vengono in
mente certe idee” fa lei.
Già, ma mi chiedo perché siano idee così poco comuni.
Link utili
- Il sito del museo di Casal de' Pazzi: http://www.museocasaldepazzi.it/
- Tutte le puntate di Derrick con le camminate (im)possibili: https://derrickenergia.blogspot.it/search/label/Camminate%20%28im%29possibili
Nessun commento:
Posta un commento