lunedì 4 febbraio 2019

Reddito di cittadinanza e bollette (Puntata 385 in onda il 5/2/19)

Con Elisa Borghese

Grazie anche al lavoro di Elisa Borghese, frequente coautrice di Derrick, facciamo qualche considerazione dalla lettura del decreto sul cosiddetto reddito di cittadinanza (d’ora in poi anche RDC), che come abbiamo già detto “di cittadinanza” non è ma è legato a condizioni di reddito, patrimonio e disponibilità ad accettare lavori o a formarsi.

Riparazione di fortuna su una Peugeot anni '90 a Cuba
Concentriamoci proprio su alcune delle condizioni di accesso.
Quella principale è un ISEE inferiore a 9360 Euro per il nucleo familiare. (L’ISEE è un indice sintetico che tiene conto di aspetti reddituali, patrimoniali e di necessità di potere d’acquisto).

Il decreto sull’RDC pone però anche paletti specifici sul patrimonio e sulla proprietà di beni durevoli. Per esempio, qualsiasi auto acquistata nuova da un familiare fa perdere il diritto per sei mesi, che diventano due anni per le cilindrate medio/alte (questo accanimento sulla cilindrata anziché su potenza o emissioni è davvero anacronistico). Sempre incompatibile è poi la proprietà di imbarcazioni da diporto, e questo deriva forse dalla celebre promessa di Di Maio di non permettere l’uso dell’RDC a fini voluttuari, promessa che se mantenuta davvero implicherebbe, temiamo, l’instaurazione di una dittatura di polizia.

Sui limiti al reddito s’inserisce uno strano collegamento tra RDC e le bollette di luce e gas. Perché?
Perché il decreto stabilisce che chi ha diritto al reddito di cittadinanza acquisisce anche diritto al bonus bollette, che è uno sconto già in essere e pagato nel sistema delle bollette e non dal fisco, volto a combattere la cosiddetta “povertà energetica”, che andrebbe identificata secondo l’UE anche con parametri specifici legati tra l’altro alla zona climatica, alla remotezza e all’efficienza energetica dell’abitazione, ma che in Italia si fa coincidere con un ISEE inferiore a un determinato livello, che, attenzione, è più basso di quello previsto per l’RDC.
Ecco, questa è una questione critica. Perché lega alle condizioni di accesso all’RDC la fruizione di un vantaggio che invece dovrebbe essere connesso ad aspetti di vulnerabilità specifici del settore energia e, inoltre, estende questo vantaggio a fasce di reddito prima escluse. Come dire che un pezzetto dei vantaggi introdotti dall’RDC sarà erogato e pagato dalle bollette.

Siamo quindi di fronte a un nuovo passo in direzione della fiscalizzazione dirigista delle bollette, sempre più usate per finalità – in questo caso di welfare - estranee al loro ambito.

Oltre a Elisa Borghese, ringrazio per questa puntata Francesco Mingiardi e Alessandro Massari per la consulenza.


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