Una delle immagini del disastro di Tenerife |
Nel marzo 1977 in un aeroporto di Tenerife, nelle Canarie,
si è consumato il disastro aereo con maggior numero di morti della storia
dell’aviazione: lo scontro in pista di due Boeing 747, il quadrimotore
passeggeri allora più grande del mondo e il secondo più grande di sempre.
Ci sono decine di libri che ripercorrono questo incidente,
che naturalmente ha subito investigazioni da parte delle agenzie preposte, le
quali hanno potuto contare anche sulle registrazioni complete delle conversazioni in
entrambe le cabine di pilotaggio.
Quei due aerei non erano destinati all’aeroporto
dell’incidente: erano stati deviati lì a causa di un allarme-bomba, poi
risultato infondato, presso la destinazione prevista. Il dirottamento stava
causando disagi a tutti e in particolare il capitano di uno dei 747,
dell’olandese KLM, temeva che il tempo perso potesse far scattare il limite
massimo di durata del proprio turno di pilotaggio. In più c’era nebbia, e il
piccolo aeroporto non era adatto a ospitare i numerosi aerei che lo occupavano.
Il personale di controllo di terra era stressato dalla situazione e l’altro
jumbo, americano, era parzialmente disorientato e stava ancora transitando
sulla pista per raggiungere il piazzale di decollo.
Incredibilmente, il capitano olandese Van Zanten iniziò la
manovra di decollo senza esserne stato autorizzato dalla torre di controllo,
che aveva solo dato l’OK al piano di volo successivo. Il primo ufficiale alla
sua destra era un pilota che aveva avuto proprio Van Zanten, che era anche il
capo del training in KLM, come istruttore. Lui, il primo ufficiale, sapeva che non
c’era stata l’autorizzazione esplicita al decollo, e aveva anche l’impressione,
avendo ascoltato i comunicati radio dell’altro jumbo, che quest’ultimo potesse
essere ancora in transito sulla stessa pista su cui il suo capitano si stava
lanciando. E lo dice, ma in tono dubitativo e troppo tardi, senza tentare d’imporsi.
Quando il jumbo americano vede apparire nella nebbia sempre
più luminose le luci del KLM in decollo, tenta di buttarsi sull’erba. Il KLM
invece anticipa il sollevamento del muso strisciando per oltre venti metri la
coda sulla pista. Il muso si solleva, ma la pancia non abbastanza e il KLM taglia
quasi in due il 747 americano.
A bordo dell’olandese ricaduto in pista muoiono
tutti nella nube di carburante in fiamme che lo avvolge. Dall’aereo a terra si salvano
solo una sessantina di passeggeri ed equipaggio. Quasi 600 morti in totale.
Com’è possibile che il superesperto capitano olandese abbia commesso
una violazione del genere? Hanno contribuito probabilmente le sue condizioni di
stress e di impazienza, secondo gli inquirenti, mentre il suo primo ufficiale,
in stato di soggezione, non ha saputo fare il suo dovere: cioè controllare e
imporsi.
Gli uomini soli al comando, cioè senza un sistema efficace che
li controlli e possa fermarli se necessario, soprattutto quando sono molto
sicuri di sé, sono un pericolo per la comunità che dipende dalle loro
decisioni.
Link
- Uno dei tanti articoli di ricostruzione del disastro di Tenerife: https://www.telegraph.co.uk/travel/comment/tenerife-airport-disaster/
- Uno dei report tecnici dell'incidente: http://archives.pr.erau.edu/ref/Tenerife-ALPAandAFIP.pdf
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