Distributore automatico di oro fotografato a Linate nel 2011 |
Ricorderete le polemiche anni fa quando alcuni fallimenti di
banche comportarono perdite anche di risparmiatori che avevano acquistato
obbligazioni di rischio. I commentatori si divisero sull’accettabilità di usare
soldi pubblici per ristorare tali perdite, visto che erano legate a un
investimento intrinsecamente rischioso. Anche Derrick commentò la cosa, facendo
notare che se si protegge l’investitore dall’eventualità che perda soldi in un
investimento in cui il rischio è parte integrante del contratto (e che per
questo in media e nel lungo periodo ha rendimenti più alti) si finiscono per
scardinare i legami virtuosi tra rendimento e rischio, avvantaggiando i
prodotti finanziari peggiori e quindi i debitori peggiori.
I tempi da allora sono cambiati: ora sono molto peggio. Quei dubbi oggi non sembrano nemmeno porsi mentre la legge di Stabilità 2021 al
comma 219 dell’articolo 1 stabilisce che sull’investimento in capitale di
rischio di aziende tramite i fondi PIR, quelli già avvantaggiati da varie forme
di esenzione fiscale, si sarà protetti dallo Stato rispetto a perdite fino al
20% del capitale investito. In altri termini: la legge stabilisce che chi paga
le tasse debba ristorare le perdite di chi investe in aziende scarse a piacere,
purché le azioni di queste aziende siano impacchettate nei PIR. Un
invito di fatto a mettere il peggio dell’imprenditorialità e delle capacità degli
intermediari dentro ai PIR per fare perdite poi ripagate con le tasse.
A pensarci bene, la porcata è doppia, perché il legislatore
introduce questa salvaguardia con tempi di realizzazione che trascendono quelli
del documento di economia e finanza, visto che i PIR prima di poter realizzare
le perdite devono essere tenuti in portafoglio 5 anni. Quindi, se i danni alla decenza dei mercati finanziari son fatti subito, quelli al fisco
sono buttati sotto al tappeto dei tempi futuri.
Ne ha scritto in modo illuminante Mario Seminerio nel suo
blog Phastidio in un articolo (link sotto) in cui si
nota la contraddizione di mettere norme come questa, di scudo fiscale al peggio
della finanza e all’irresponsabilità, mentre ogni due per tre la stessa classe
politica invoca imposte patrimoniali. Come dire che i patrimoni vanno bene solo
se malgestiti o comunque se incanalati nelle modalità di investimento previste
dallo stesso legislatore, in nome di volta in volta dell’italianità o delle
piccole imprese, mentre servirebbero imprese e investitori semplicemente capaci.
Uno dei fari nel mondo di Sussidistan, come lo chiama
Seminerio, sembra essere la demeritocrazia, come la chiamo io.
Link
- L'articolo citato sul blog Phastidio.net: https://phastidio.net/2020/12/28/il-pir-col-paracadute-dopo-la-poverta-abolito-il-rischio-dinvestimento/
- Tutte le puntate di Derrick sui salvataggi bancari e simili:
http://derrickenergia.blogspot.com/search/label/Salvabanche
Nessun commento:
Posta un commento