domenica 18 luglio 2021

Infrastrutture a go-go (Puntata 492 in onda il 20/7/21 e in replica il 17/8/21)

Spiaggia di marmo a Thassos
(Copyright Derrick)
I consumi di energia, malgrado il rimbalzo soprattutto nel gas nei mesi post Covid, sono in Italia pressoché stagnanti da anni, ma non lo sono di certo le infrastrutture del settore, su cui gli investimenti non si sono mai fermati in era recente e sembrano ora, anche per il PNRR, sull’orlo di una nuova ondata. Parliamo anche di reti. Nel gas nell’ultimo decennio si sono costruiti in Italia due nuovi (e gli unici grandi) porti di attracco di navi metaniere, stoccaggi, metanodotti, ed è anche proposta la metanizzazione della Sardegna attraverso un sistema di ricezione di gas liquido via nave e sua distribuzione con una rete di metanodotti che sostituirebbe quella molto parziale già esistente di distribuzione di GPL.

Quest'ultima è un'infrastruttura che visti i bassi consumi sardi non potrà che essere un bagno di sangue economico per chi ne usufruirà, se la pagheranno i consumatori locali, o per tutti gli utenti dell'energia o i contribuenti, se i costi verranno socializzati. E in generale costruire ex novo una rete gas insulare mentre si va verso la decarbonizzazione, cioè verso la generazione elettrica rinnovabile, lascia molto perplessi, e ha avuto gioco facile l’amministratore dell’Enel Starace nel dire che non ha senso farlo, a maggior ragione visto che Terna – il gestore della rete elettrica – ha appena riproposto di portare in Sardegna un cavo sottomarino da 1000 MW dalla costa tirrenica campana giù fino a quella siciliana del Nord, per poi staccarsi e raggiungere l'isola a Est di Cagliari.

Come dire: nelle reti energetiche si investe senza badare troppo a spese, in una cosa e nel suo contrario. Con soddisfazione di molti, visto che gl’investimenti sono remunerati lautamente (cioè con un ritorno predefinito molto soddisfacente per un’attività quasi senza rischi) nelle bollette energetiche, andando a remunerare gli azionisti di Snam e Terna ma anche le tante aziende coinvolte nella costruzione di cavi e tubi e nella loro posa.

Una sbornia di infrastrutture, utili sì ma forse con qualche rischio di ridondanza e soprattutto di costi fuori controllo in assenza di analisi costi/benefici accurate, e su cui chiedono di vederci meglio (come hanno scritto il 12 luglio 2021 Quotidiano Energia e un livido ma divertente Mauro Pili sull’Unione Sarda) il tavolo della domanda energia di Confindustria ma perfino associazioni di fornitori come AIGET e Energia Libera. Fornitori consapevoli che, se sulla frazione risicata e molto competitiva della componente energia delle bollette si abbatte una parte sempre più pesante per remunerare l’infrastruttura, sarà difficile che la bolletta energetica complessiva possa essere competitiva.

Con il Tyrrhenian Link (così si chiama il nuovo cavo progettato da Terna), sarebbe la prima volta in Italia – e se non sbaglio una rarità anche altrove – che si usa una dorsale elettrica sottomarina non solo per raggiungere isole o varcare mari attraverso il percorso più breve o più semplice, ma – in parte del tracciato – anche per evitare potenziamenti su terra molto più economici ma anche più difficili da autorizzare.

Una difficoltà, quella autorizzativa, che evidentemente diventa possibile eludere off-shore quando dalle bollette arrivano i miliardi necessari.


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