Un grande classico delle argomentazioni di chi è contrario alle politiche contro l’emergenza climatica è: l’Europa emette una piccola parte dei gas-serra del mondo, che senso ha prenderci carico di uno sforzo maggiore o anticipato rispetto agli altri?
Una simile
linea di pensiero, anche a livello individuale, si può applicare in molti casi di quelli
che gli economisti chiamano beni pubblici: beni che quando esistono
avvantaggiano tutti o molti, ma la cui disponibilità non può essere garantita
se non con un coordinamento sociale: che faccio a fare la raccolta
differenziata se tanto gli altri non la fanno? Che senso ha non sporcare un
parco pubblico se tanto gli altri lo fanno?
Per fortuna c’è
chi ritiene che fare la propria parte, sperando che anche grazie al suo esempio
la facciano pure gli altri, sia un dovere civico.
Un comune del bolognese,
Malalbergo, ha stabilito nel 2017 per il 2030 obiettivi di riduzione dei gas-serra
all’interno del proprio territorio più sfidanti di quelli che allora erano previsti
a livello europeo. Non so se i poteri municipali possano garantire il risultato,
ma è certamente significativo che una piccola comunità si dia volontariamente
un obiettivo del genere.
Ho appreso questo in un articolo di Davide Pini nel numero di luglio [2021] di Ecoscienza, la rivista dell’agenzia regionale dell’ambiente dell’Emilia Romagna, in buona parte dedicata alla sostenibilità. Riguardo a Malalbergo, il numero di Ecoscienza riporta anche i dati impressionanti dell’aumento della temperatura media tra due periodi adiacenti: dal 1961 al 1990 e dal 1991 al 2015. Ebbene, nel secondo intervallo le temperature medie nelle singole stagioni sono state superiori tra poco meno di 1 e circa 2 gradi rispetto a quelle del periodo precedente.
Temperature medie stagionali a Malalbergo (Ecoscienza, luglio 2021) |
Sono numeri che
fanno impressione, perché ci suggeriscono, anche se solo riferiti a un piccolo
territorio, quanto la situazione sia ben peggiore rispetto al limite che si è posta
la conferenza del clima di Parigi, cioè massimo 1,5° auspicabili e 2°
invalicabili di aumento complessivo di temperatura rispetto all’era
preindustriale. A Malalbergo, e purtroppo una situazione simile si attende in
media in Italia, ci siamo mangiati solo in mezzo secolo quasi tutto il margine che
secondo l’accordo di Parigi possiamo permetterci da quando l’umanità brucia massicciamente
i combustibili fossili.
Link
- Tutti i numeri di Ecoscienza, la rivista di ArpaE: https://www.arpae.it/it/ecoscienza
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