domenica 14 novembre 2021

COP 26 (Puntata 503 in onda il 16/11/21)

Monte Olimpo (Foto Derrick)

Benvenuti a Derrick, che non può esimersi da una puntata sulla ventiseiesima conferenza delle parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è conclusa ai tempi supplementari a Glasgow lo scorso sabato 13 novembre [2021] con una relazione apparentemente sul filo delle lacrime del suo presidente. Non lacrime di soddisfazione.

Una premessa per quanto ovvia è che gli accordi multilaterali sono vincolanti fintantoché le parti decidono spontaneamente di rispettarli, non sono leggi negli Stati membri. Ciononostante le parti non si sono date nessun nuovo obiettivo perentorio, anche se ci sono stati passi in avanti sugli strumenti e sulle misure auspicate.

Vediamo i punti più rilevanti del documento principale:

  • Gli obiettivi della conferenza di Parigi (massimo 2 gradi in più dall’era preindustriale) sono confermati e in più ora si esplicita l’importanza di stare sotto l’1,5°.
  • Si “invoca” la necessità di continuare a sviluppare fonti rinnovabili, efficienza energetica e di “accelerare gli sforzi” per ridurre l’uso non compensato del carbone e i sussidi "inefficienti" alle fonti fossili d'energia. [Questa formulazione è forse una delle più deprimenti dell'accordo. In sostanza le parti sono sono nemmeno disposte a impegnarsi a un'uscita per quanto procrastinata dall'uso del carbone. Poi, lasciare intendere che esistano dei sussidi alle fossili che siano 'efficienti' equivale a buttare a mare uno degli interventi più importanti per la decarbonizzazione, di cui su Derrick abbiamo parlato tante volte - link sotto].
  • Si “riconosce la necessità” di abbattere le emissioni dannose al clima del 45% entro il 2030 rispetto al 2010, mentre si prevede che con le sole misure messe in atto per ora salirebbero di quasi il 14%.
  • Si riconosce anche la necessità di arrivare alla neutralità climatica entro circa metà secolo. (Inevitabile qui un sorriso amaro su come un’ipocrisia espressiva possa rendere firmabile un documento in assenza di accordo).

Neutralità climatica significa non azzeramento delle emissioni, ma loro compensazione con azioni in grado di togliere i gas serra dall’atmosfera (o evitare che ci arrivino) con tecnologie su cui non ci soffermiamo in questa puntata. A questo concetto si lega la necessità di permettere una collaborazione internazionale sui progetti di riduzione della CO2, cosa che viene regolata con un importante aggiornamento dell’accordo di Parigi in relazione a come i relativi certificati saranno scambiati e regolati.

Nel contesto del summit di Glasgow sono stati siglati anche altri accordi multilaterali sul clima, tra cui:

  • Uno importante tra un centinaio di Stati inclusa Italia sulla riduzione delle emissioni di metano (che è anche un potente gas-serra)
  • Uno promosso dal Regno Unito sulla fine degli investimenti internazionali in energie fossili non compensate, firmato da una quarantina di Paesi e istituzioni tra cui Italia, ma che per come è scritto permette generiche eccezioni. [Ma quindi anche le controllate dello Stato italiano come Eni non potranno più investire sul petrolio? Sarebbe una notizia in effetti]
  • Si è allargata la coalizione BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance) per l’uscita progressiva dalle fonti fossili di energia, con la curiosa partecipazione dell’Italia non come membro, ma come “amica” dell’accordo. Come dire: vi voglio bene, ma col cavolo che m’impegno. (Ma che senso ha?)


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