Ponte ferroviario nei pressi di Mae Tha (Tailandia) |
Nella conferenza-stampa
che ne è seguita, il presidente del Consiglio Draghi ha sostanzialmente negato almeno
per ora l’eventualità di forme di razionamento dell’energia, confermando la
linea tenuta fin qui e che in Europa lo vede alleato in particolare al
cancelliere tedesco: cioè nessuna ipotesi di allargamento all’energia delle
sanzioni alla Russia.
Nel frattempo
proseguono, e vengono estese, le misure di mitigazione dei prezzi per i clienti
finali privati e imprese, cui si aggiunge il diritto almeno per un paio di mesi
di chiedere ai fornitori di energia la rateizzazione delle bollette, con
garanzia di SACE.
Misure che
hanno costi proibitivi, nell’ordine delle decine di miliardi, e che un decreto
precedente [poi convertito il legge - nota successiva alla redazione originale] prevede di finanziare anche attraverso l’imposizione di un limite ai ricavi
unitari di buona parte dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Cosa iniqua soprattutto perché colpisce solo una parte dei soggetti che stanno
guadagnando di più grazie ai prezzi alti. Nel nuovo decreto una nuova misura viene applicata alla generalità degli operatori dell’energia che abbiano
avuto un incremento di margine commerciale superiore al 10%, ma non sostituisce la precedente.
Anche sul
monitoraggio dei prezzi il Governo sembra prendere una direzione un po’
autoritaria. Se giorni fa il ministro Cingolani aveva – a mio parere
giustamente – osservato come i rincari ulteriori dall’inizio della guerra non
derivino da minore disponibilità di gas dalla Russa ma solo dall’allarme degli
acquirenti che accettano quindi di scambiare contratti a prezzo più elevato,
ora il decreto introduce una sorta di squadra speciale per indagini sui prezzi presso
il ministero dello Sviluppo Economico, che è infatti autorizzato ad assumere personale ad
hoc.
Una cosa un po’
strana, se pensiamo che la Repubblica già è dotata di due Autorità (Autorità
Antitrust e ARERA) le quali non solo esistono anche per controllare prezzi e
abusi di mercato, ma nemmeno si trovano nel conflitto di interessi che invece
patisce il Governo che è anche azionista di alcune delle aziende cui dovrebbe
fare le pulci. È una vecchia storia: comunque le guardiamo, le
partecipazioni pubbliche in aziende di mercato sono foriere di brutte
distorsioni.
Ma torniamo a
noi: dunque Derrick e i tanti che hanno scritto all’ARERA, accogliendo l’invito
di questa trasmissione (link sotto), per offrire la propria disponibilità a ridurre i consumi
per chiudere i rubinetti dalla Russia restano inascoltati? Dal Governo, per ora
sì. Governo che continua apparentemente a ignorare o sottovalutare lo spirito civico
e il coinvolgimento di molti di noi. Ma sono felice di segnalare che i deputati
PD Andrea Casu e Chiara Braga hanno fatto propria la proposta di Derrick in un
loro emendamento al DL energia. Una bellissima notizia per chi crede nell’iniziativa,
e di cui io sono molto riconoscente ai due parlamentari.
Un’intervista proprio
ad Andrea Casu di Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, è sul sito
della Radio e linkata qui sotto.
Link
- Comunicato stampa dopo il Consiglio dei Ministri del 18/3/22:
https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-68/19432 - Intervista di Alessio Falconio ad Andrea Casu:
https://www.radioradicale.it/scheda/663384/andrea-casu-pd-sul-decreto-bollette-e-sulla-campagna-di-derrick-energia-per - Le puntate di Derrick sulla proposta per un'autoriduzione selettiva dell'energia per chiudere i rubinetti del gas russo: http://derrickenergia.blogspot.com/2022/02/possiamo-sanzionare-la-russia.html
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