domenica 20 marzo 2022

Nuovo decreto energia (Puntata 520 in onda il 22/3/22)

Ponte ferroviario
nei pressi di Mae Tha
(Tailandia) 
Il Consiglio dei Ministri del 18 marzo 2022 ha approvato una nuova norma sull’emergenza energia (e non solo) di cui mentre preparo questa puntata è disponibile solo una bozza del testo.

Nella conferenza-stampa che ne è seguita, il presidente del Consiglio Draghi ha sostanzialmente negato almeno per ora l’eventualità di forme di razionamento dell’energia, confermando la linea tenuta fin qui e che in Europa lo vede alleato in particolare al cancelliere tedesco: cioè nessuna ipotesi di allargamento all’energia delle sanzioni alla Russia.

Nel frattempo proseguono, e vengono estese, le misure di mitigazione dei prezzi per i clienti finali privati e imprese, cui si aggiunge il diritto almeno per un paio di mesi di chiedere ai fornitori di energia la rateizzazione delle bollette, con garanzia di SACE.

Misure che hanno costi proibitivi, nell’ordine delle decine di miliardi, e che un decreto precedente [poi convertito il legge - nota successiva alla redazione originale] prevede di finanziare anche attraverso l’imposizione di un limite ai ricavi unitari di buona parte dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Cosa iniqua soprattutto perché colpisce solo una parte dei soggetti che stanno guadagnando di più grazie ai prezzi alti. Nel nuovo decreto una nuova misura viene applicata alla generalità degli operatori dell’energia che abbiano avuto un incremento di margine commerciale superiore al 10%, ma non sostituisce la precedente.

Anche sul monitoraggio dei prezzi il Governo sembra prendere una direzione un po’ autoritaria. Se giorni fa il ministro Cingolani aveva – a mio parere giustamente – osservato come i rincari ulteriori dall’inizio della guerra non derivino da minore disponibilità di gas dalla Russa ma solo dall’allarme degli acquirenti che accettano quindi di scambiare contratti a prezzo più elevato, ora il decreto introduce una sorta di squadra speciale per indagini sui prezzi presso il ministero dello Sviluppo Economico, che è infatti autorizzato ad assumere personale ad hoc.

Una cosa un po’ strana, se pensiamo che la Repubblica già è dotata di due Autorità (Autorità Antitrust e ARERA) le quali non solo esistono anche per controllare prezzi e abusi di mercato, ma nemmeno si trovano nel conflitto di interessi che invece patisce il Governo che è anche azionista di alcune delle aziende cui dovrebbe fare le pulci. È una vecchia storia: comunque le guardiamo, le partecipazioni pubbliche in aziende di mercato sono foriere di brutte distorsioni.

Ma torniamo a noi: dunque Derrick e i tanti che hanno scritto all’ARERA, accogliendo l’invito di questa trasmissione (link sotto), per offrire la propria disponibilità a ridurre i consumi per chiudere i rubinetti dalla Russia restano inascoltati? Dal Governo, per ora sì. Governo che continua apparentemente a ignorare o sottovalutare lo spirito civico e il coinvolgimento di molti di noi. Ma sono felice di segnalare che i deputati PD Andrea Casu e Chiara Braga hanno fatto propria la proposta di Derrick in un loro emendamento al DL energia. Una bellissima notizia per chi crede nell’iniziativa, e di cui io sono molto riconoscente ai due parlamentari.

Un’intervista proprio ad Andrea Casu di Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, è sul sito della Radio e linkata qui sotto.


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