Questa puntata si può ascoltare qui.
Illustrazione di Paolo Ghelfi |
Come sarebbero le nostre città senza automobili? È un tema già toccato in diverse puntate, una dell’aprile 2020 (link sotto) quando osservavo le auto inutilizzate per il covid impolverate parcheggiate sulle strade del mio quartiere, lì inutili a occupare almeno metà della carreggiata disponibile. Sarebbero mai più state usate? In quel clima di incertezza sembrava possibile che ci aspettassero novità radicali, che si potesse approfittare della crisi per liberarci di alcuni ferri vecchi.
Delle cose sono cambiate, ma non – perlomeno in Italia – l’invasione di scatolette metalliche perlopiù ferme in città o in lento movimento a intasarne e inquinarne le strade.
Senza le auto private i trasporti pubblici di superficie
avrebbero bisogno di meno mezzi a parità di persone spostate, perché le corse
sarebbero più brevi grazie all’assenza del traffico. Camminare o andare in bici
sarebbe ancor più piacevole rapido e sicuro. Avremmo un’infinità di spazio in
più da usare per attività più intelligenti rispetto a un immenso parcheggio. Io
vivo a Roma nel quadrante sud della città e mi sposto spesso nella parte
opposta. Coi mezzi ci metto più di un’ora, in bicicletta la metà. Ma se non dovessi
schivare le principali arterie automobilistiche impiegherei ancora meno tempo e
sarebbe più bello (già ora, malgrado tutto, lo è).
Se anche continueremo a usare un po’ di auto private, con la
guida autonoma sarà possibile sfruttare ogni veicolo di più e condividerlo
anziché lasciarlo fermo a occupare spazio.
Il capitale e lo spazio allocati in città nelle automobili
private (e nel caso di quelle a combustione la loro tecnologia così arcaica) mi
sono sempre sembrati così incongrui. Eppure tanto connaturati nelle nostre
abitudini e nella nostra economia tanto che proporre di sbarazzarsene sembra
una bestemmia.
Non a Giovanni Mori, ingegnere, già portavoce italiano dei Fridays for Future e candidato europarlamentare che sta promuovendo questa e altre innovazioni nell’ambito di un’iniziativa chiamata Italia Impossibile (link sotto). (Si noti l’assonanza con le “Camminate Impossibili” di Derrick in cui ho provato a muovermi a piedi o in bici in zone urbane dove sembra che questa opzione non sia stata nemmeno lontanamente presa in considerazione nel disegno urbanistico).
Sentiamo allora proprio Mori:
https://youtu.be/EJvfsJef8KY?si=GzLgfOuc1eLjoGsv&t=130
Grazie Giovanni Mori.
Link
- Il sito di Italia Impossibile di Giovanni Mori http://www.italiaimpossibile.it/
- Puntata 435 di Derrick: https://derrickenergia.blogspot.com/2020/04/dopo-il-covid-puntata-435-in-onda-il.html
Nessun commento:
Posta un commento