| Illustrazione di Paolo Ghelfi |
Un ricco articolo del secondo numero di ottobre 2025 dell’Economist
riprende il tema, innanzitutto con qualche dato.
Se è vero che le nuove tecnologie, come le auto elettriche e i robotaxi, stanno accompagnando le città nella nuova era, è anche vero che il ritorno alle semplici bici è quantitativamente più significativo. Se i robotaxi di Waymo (gruppo Google) sono arrivati a dare 250 mila passaggi alla settimana, solo a New York, scrive l’Economist, in tre giorni si fanno lo stesso numero di corse di bike sharing.
Io osservavo in particolare Chelsea, ma leggo
che anche nella City muoversi in bici è ormai il doppio più frequente che in auto.
Altro caso di grande successo delle politiche di limitazione alle auto è
Parigi, dove in tutta la metropoli ci si muove ora più in bici che in auto,
mentre le tradizionali città ciclabili d’Europa, Copenaghen e Amsterdam, si
sono spinte ancora più avanti nell’intensità di pedalata, anche grazie alla
diffusione delle bici elettriche.
Pechino, che 30 anni fa aveva di fatto tolto spazio ai
ciclisti per darlo alle auto, sta anche lei tornando indietro, mentre i tuktuk
elettrici stanno diventando la norma a Dakhra, capitale del Bangladesh (chissà
com’è la situazione invece a Delhi: quando ci sono stato 4 anni fa gran parte
dei tuktuk erano convertiti a gas metano, chissà se sono stati nel frattempo
elettrificati).
La pedalata assistita sta però creando qualche problema di
sicurezza a causa della maggiore velocità delle bici elettriche rispetto alle
muscolari, soprattutto quelle illegalmente modificate per andare forte come
motorini, che tendono a violare i limiti di velocità delle piste ciclabili
mettendone a rischio la sicurezza.
Mentre le recenti elezioni politiche in Repubblica Ceca hanno
visto i populisti-reazionari prevalere anche grazie al partito dei motoristi, a
Montreal, la metropoli più ciclabile d’America, le prossime elezioni municipali
vedono la contrapposizione tra i supporter delle bici e quelli delle auto che
lamentano la crescente limitazione cui sono soggetti, benché, scrive l’Economist,
solo il 2% dello spazio stradale cittadino sia riservato alle bici, contro l’80%
alle auto e il resto ai pedoni.
L’ignoranza probabilmente gioca un ruolo determinante, come nel
caso dei commercianti che continuano a ritenere che la ciclopedonalizzazione
delle loro strade sia un danno al business, mentre i dati osservati mostrano costantemente
il contrario.
- L'articolo citato dell'Economist:
https://www.economist.com/international/2025/10/09/forget-evs-cycling-is-revolutionising-transport - La puntata da Chelsea: https://derrickenergia.blogspot.com/2025/09/vita-da-ztl-puntata-688-in-onda-il-30925.html
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