Quando penso agli effetti
della concorrenza, penso a Trenitalia, a come cambiano le cose nei servizi in monopolio
rispetto a quelli soggetti a competizione. Sentite qui:
Lo scorso giovedì 15
dicembre [2016] alle 1930 circa ero alla stazione di Fiumicino aeroporto per
prendere un treno urbano verso Roma Trastevere. Per non rischiare di perderlo coi
tempi della biglietteria, avevo fatto il biglietto del regionale delle 19.42
dal cellulare appena atterrato dal mio volo da Milano.
Alla stazione i display
indicavano un ritardo previsto di 10 minuti del mio treno, che poi sono
diventati 15. Poi, alle 19.45 (3 minuti dopo l’orario al quale sarebbe dovuto
partire), un avviso vocale ha reso noto che il treno “non era stato
effettuato”.
Pattino ferroviario fotografato da Derrick alla stazione di Milano Rogoredo |
A questo punto, irritato
per l’evidente presa in giro che io e gli altri passeggeri avevamo subito, e in
ritardo rispetto ai miei impegni, ho preso il treno diretto verso Termini
(l’unico di imminente partenza al momento dell’annuncio di soppressione).
Lì mi sono imbattuto nel
capotreno che mi ha detto che avrei dovuto corrispondere l’intero prezzo del
biglietto del treno diretto e che né la cancellazione del regionale né i miei
soldi persi erano “un suo problema”. L’unico ad avere un problema ero io, ha
specificato più volte il giovane quadro di Trenitalia con una certa
ripetitività. Si è quindi rifiutato di farmi pagare la sola differenza tra i
treni e anche di verificare le mie affermazioni.
Ora, a prescindere
dall’esito (negativo) della mia avventura, credo sia di interesse pubblico ottenere
dai vertici di FS o di Trenitalia risposte a
queste domande:
- Com’è possibile che Trenitalia scopra che un treno non c’è dopo il suo orario di partenza, dopo aver fornito per mezz’ora messaggi (frutto d’immaginazione?) su ritardo e binario?
- Come mai Trenitalia vende un biglietto per un treno che al momento della vendita non poteva non essere noto all’azienda come inesistente?
- Come mai Trenitalia mostra, in un servizio in convenzione e monopolio come regionali e intercity, disinteresse verso i disservizi causati ai viaggiatori, mentre li tratta come clienti nei servizi alta velocità dove un po’ di concorrenza c’è?
- Come mai accade con una certa frequenza nei servizi in convenzione che le soppressioni di treni vengano “vendute” ai clienti come ritardi pari al lasso di tempo che li separa dal treno successivo? Per pagare meno penali alla controparte pubblica evitando di far formalmente risultare soppresso il treno?
La risposta di Trenitalia
Orazio Iacono - Foto Derrick, 2018 |
- In una tratta con treni così frequenti [ogni 15 minuti negli orari del dì] è possibile che problemi di circolazione rendano necessaria la soppressione repentina di un treno per ripristinare la regolarità. Gli avvisi in stazione riportano i dati che arrivano dal gestore della rete RFI [sempre Ferrovie dello Stato].
- La cancellazione di un treno è riportata con trasparenza anche alla controparte del contratto di servizio del trasporto regionale (in questo caso la Regione Lazio) ai fini del corretto monitoraggio della continuità. [Restano dunque un mistero i frequenti casi di display che annunciano ritardi pari all’intervallo tra un treno e il successivo, che equivale a dire che il treno non c'è, senza però dichiararlo.]
- Il treno regionale successivo mi avrebbe comunque permesso di usare il biglietto acquistato e la soppressione del mio non mi dava diritto di prendere il treno diretto per Termini pagando la sola differenza senza la soprattassa di 8 €.
- Se il personale non è stato chiaro e cortese nel rappresentarmi [sic] queste regole, si tratta di una mancanza di cui l’azienda si interesserà e di cui si scusa con me.
Ringrazio Marco Mancini e Orazio
Iacono.
Gentile Dr. Governatori, con la presente rispondiamo alla sua e-mail del 18 dicembre indirizzata all’A.D. di Ferrovie dello Stato Italiane Ing. Mazzoncini.Riteniamo utile, prima di tutto, fornirle una sintetica descrizione degli aspetti di circolazione ferroviaria legati alla soppressione del treno da lei segnalata.Orazio Iacono Direttore Divisione Passeggeri Regionale Trenitalia S.p.A.
Il 15 dicembre il treno R22109 è stato cancellato dal gestore della circolazione (RFI Spa) per ripristinare la regolarità della circolazione sulla linea FL1, in cui nella fascia oraria interessata circolano treni con una partenza ogni 15 minuti. Un simile cadenzamento implica che anche un ritardo contenuto possa influire sulla puntualità dei collegamenti successivi e rendere necessario operare soppressioni parziali o totali, allo scopo di ripristinare la traccia oraria e garantire l’invio di ciascun convoglio in tempo utile per l’effettuazione del servizio corrispondente. Questi interventi possono, in alcuni casi, essere adottati in tempi molto ristretti. L’informazione in stazione erogata da RFI Spa si aggiorna automaticamente, in conseguenza dei provvedimenti di circolazione adottati. A seguito della cancellazione del R22109, il treno successivo della stessa categoria “Metropolitano” da lei scelto, era programmato in partenza alle 19.57. In questo modo avrebbe potuto utilizzare lo stesso biglietto partendo solo 4 minuti dopo il Leonardo Express delle 19.53 che lei ha deciso di utilizzare. Il Biglietto Elettronico Regionale acquistato, per il servizio in parola, le consentiva di partire entro 90 minuti dall’orario del R22109. L’utilizzo del Leonardo Express, treno no-stop per Roma Termini a tariffa speciale, è possibile da parte di chi possiede un biglietto del servizio Metropolitano corrispondendo a bordo la differenza di importo (€ 6) più una soprattassa (€ 8). Questa regola, contenuta nelle Condizioni Generali di Trasporto (Tariffa 1 Ter), consente ai viaggiatori che cambiano destinazione o sbagliano treno di ottenere la regolarizzazione a bordo con una spesa contenuta, evitando la sanzione di € 100 prevista per il biglietto irregolare (ridotta a € 50 con pagamento entro 5 giorni). Il Capotreno ha il compito di verificare la regolarità del titolo di viaggio e l’obbligo, nella sua veste di Pubblico Ufficiale, di far rispettare la normativa che regola il contratto di trasporto. Pur comprendendo il suo disappunto, dobbiamo confermare che l’agente in servizio sul Leonardo Express R3339 le ha proposto una regolarizzazione del tutto conforme alla norma sopra citata, notificandole il relativo verbale. Per quanto riguarda la sua segnalazione circa l’atteggiamento adottato nei suoi riguardi, ci scusiamo se le regole sopra descritte non le siano state rappresentate con la necessaria chiarezza e cortesia. Il nostro personale è sempre tenuto a rivolgersi con professionalità ai viaggiatori, prestando massima attenzione alle loro esigenze anche durante l’attività di controllo dei titoli di viaggio. Abbiamo pertanto attivato i necessari approfondimenti sul personale interessato dall’episodio in questione. Circa il tema delle soppressioni da lei citato, la informiamo che i treni cancellati sono comunicati alla clientela e correttamente registrati come tali negli atti del Contratto di Servizio con la Regione Lazio.
Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, ci è gradita l’occasione per inviare cordiali saluti.
La domanda di una maggiore efficienza nei trasporti ferroviari è giusta, la risposta verso una maggiore concorrenza e più estese liberalizzazioni o privatizzazioni è sbagliata. In politica, e spesso anche in economia, si va avanti per dicotomie e contrapposizioni: pubblico-privato, liberismo-protezionismo, stato-mercato, società-individuo. Io invece ritengo che una buona politica economica debba capire quale dei due aspetti favorire, in funzione del comparto economico di interesse. Ad esempio il privato può produrre al meglio autoveicoli, treni, aerei ecc; ma la costruzione, la gestione e la manutenzione delle reti stradali, ferroviarie e degli spazi arei è meglio lasciarle a enti-istituzioni pubbliche. Ritengo che il trasporto ferroviario, a differenza di quello automobilistico o aereo, sia organicamente legato alla rete, pertanto la privatizzazione in questo settore è una forzatura; ma anche la trasformazione delle ferrovie statali da ente in spa per me è stato un errore. Quante linee sono state abbandonate (vedi binari morti) perché non redditizie? Oggi se da Torino o dal Piemonte si vuole andare al mare in Liguria si hanno poche possibilità in treno, perché molte tratte sono state eliminate, in nome di una falsa efficienza economica; mentre le code di ore e ore per il rientro la domenica sera non hanno la possibilità di essere contabilizzate per misurare l'efficienza dei trasporti.
RispondiEliminaInoltre oggi c'è la tendenza a mettere in evidenza le virtù di un settore e i vizi dell'altro, anche perché dietro ci sono appetiti e interessi verso certe politiche di privatizzazione-accaparramento, così come è successo con la telefonia, le autostrade, dove paghiamo uno sproposito, mentre le altre strade sono dissestate e piene di buche.
Mario M
Caro Mario,
Eliminami sembra che poni la questione in modo semplificato. Provo a dirti perché lo penso. Introdurre forme di concorrenza non significa limitare i vincoli di servizio pubblico, quand'anche non finanziabili con i biglietti a prezzi di mercato. Il trasporto pubblico locale quasi mai si autosostiene, ma mettere a gara i concessionari (per una concessione in monopolio) non solo si può (e si fa in molti paesi) ma a mio parere si deve perché introduce forme, appunto, di concorrenza e tensione al miglioramento e all'efficienza. Ciao, grazie del tuo messaggio
Approfitto dell'ospitalità del blog per tornare sull'argomento della regolazione dell'attività economica fra le istituzioni pubbliche e le imprese private, che a mio giudizio è di estrema importanza. Ritengo che gli "economisti radicali" abbiano sposato una linea che poteva essere attraente per la sua semplicità e immediatezza (il liberismo di Hayek e il monetarismo di Friedman) ma che nascondeva delle micidiali insidie. I bocconiani Alesina e Giavazzi sulla carta stampata sono stati il riferimento per i radicali; ma ora Amato e Fantacci, sempre della Bocconi, potrebbero essere un valido contro altare. Leggo un passo dal loro ultimo libro, Per un Pugno di Bitcoin:
RispondiElimina"La tesi di fondo dello scritto di Keynes La Fine del Laissez-Faire non è affatto, come ci si accontenta di credere, che la concorrenza debba essere limitata (repressa) dall'intervento statale in economia, ma che la concorrenza debba essere riservata a quella parte dell'attività economica che davvero può trarre giovamento da quel principio di organizzazione. La questione della Fine, per Keynes, non è quella di porre dei limiti artificiali alle forze innovative e innovatrici del mercato, ma di tracciare confini al laissez-faire."
Amato e Fantacci sono studiosi della finanza e delle politiche monetarie, e hanno avanzato interessanti proposte di riforma, come la trasformazione dell'euro in una moneta di conto (come lo era la lira nel periodo del tardo medioevoe e rinascimento), e l'istituzione di un sistema di clearing sulla scia di quello elaborato e proposto da Keynes, ma purtroppo respinto a Bretton Woods. E' il caso di ripensare in modo radicale, appunto da radicali, l'economia che si è imposta in questi ultimi anni e che ha portato all'impazzimento finanziario odierno, alla desolazione e distruzione del territorio e dell'ambiente, all'impoverimento di massa, e ai micidiali conflitti.
Mario M.