Vista da punta Aderci verso nord (copyright Derrick) |
Questa regione
è l’Abruzzo. Il 30 dicembre 2021 l’autore di Derrick è partito dal centro di
San Salvo, poco nell’entroterra rispetto all’estremo meridionale della costa d’Abruzzo,
e ha iniziato la pedalata verso nord in un percorso che il marketing del
turismo efficacemente ha battezzato costa dei trabocchi (che sono quelle costruzioni
a palafitta sul mare per pescare, un po’ a forma di gru e piuttosto comuni nell’Abruzzo
meridionale e in Molise). Un nome che se capisco bene si associa al tratto fino
a Ortona, forse una cinquantina di chilometri da San Salvo. Ma come vedremo il
percorso ciclabile prosegue con minime interruzioni fino al confine con le Marche,
e valicato il Tronto – dove ancora manca un ponte ciclopedonale - continua
ancora sostanzialmente ininterrotto fino a Cupra Marittima per una distanza totale
da Termoli di circa 170 chilometri che tocca 3 regioni.
Ciò che
distingue la parte più meridionale del percorso, la costa dei trabocchi appunto,
è che sfrutta, come in altri casi fortunati in Italia, ampi tratti di infrastruttura
lasciata libera dalla linea ferroviaria adriatica che in passato costeggiava il
mare molto in prossimità. Chilometri e chilometri sono quindi dominanti sul
mare e scanditi da scogli e tunnel ex ferroviari ora illuminati e dedicati alle
bici.
Il tratto
naturalisticamente più spettacolare però è anche uno dei pochi sterrati, a nord
del porto di Vasto, nel promontorio di punta Aderci dove la vista domina decine
di chilometri di costa, oltre che il trabocco d’ordinanza.
Proseguendo,
con l’eccezione della sonnacchiosa località di Casalbordino dove la ferrovia ancora
oggi è a un isolato dal lungomare che si percorre in bici, fino a Ortona il
treno si nasconde perlopiù in galleria, e lo spettacolo della costa è tutto per
le bici. A nord della città dominante sul mare la pista prosegue in modo
spettacolare per un po’ (con vernice celeste ancora fresca il 30 dicembre a
colorare le ruote), ma poi si interrompe prima di un nuovo tratto di costa alta
che va superato con una strada asfaltata su alcuni tornanti, che è
verosimilmente la vecchia Adriatica, oggi per fortuna decongestionata da quella
nuova che evita il promontorio e sta più interna. E di cui bisognerà percorrere
un paio di chilometri poco più a nord tra il fiume Arielli e Foro di Ortona,
dove inizia l’interminabile lungomare di Francavilla che prosegue senza
soluzione di continuità in quello di Pescara e poi ancora di Montesilvano, in
una specie di metropoli lineare costiera.
Bici all'hotel Maja di Pescara |
La seconda e ultima mezza giornata di viaggio è avvenuta il 31 dicembre 2021, in partenza dall’hotel Maja sul lungomare nord di Pescara, che ringrazio per avermi fatto ricoverare la bici in camera.
La ciclabile
dei trabocchi è già terminata e l’ho lasciata alle spalle insieme ai trabocchi
stessi e alle coste alte, ma non sono finite le bellezze.
Intanto c’è da
completare quella che l’altra volta chiamavo la metropoli lineare che inizia a
Francavilla e finisce dopo Montesilvano sul fiume Saline, che valico dall’Adriatica
(uno dei pochi casi in cui mi capita di percorrerla) anche se ricontrollando le
mappe avrei potuto forse percorrere il ponte di una strada secondaria e poi uno
sterrato sul mare per poi attraversare sulla spiaggia il torrente Piomba, cosa forse
ardua d’inverno e che potrebbe essere il motivo per cui il software di
navigazione Komoot mi ha fatto passare sulla statale.
Pineta tra Silvi e Pineto |
e poi si prosegue sul mare, solitari e lontani dal traffico a Scerne di Pineto, dove la sensazione di rarefazione e tranquillità raggiunge forse il culmine. Dopo una zona pratosa, la ciclabile, qui mattonata, purtroppo non ha ancora l’infrastruttura per valicare l’importante fiume Vomano, per cui occorre prendere l’Adriatica per riportarsi poi sulla costa a sud di Roseto degli Abruzzi.
Ancora verde,
con la riserva del Borsaccio, e poi ancora un rientro sull’Adriatica perché il
cicloponte sul fiume prima di Giulianova è in manutenzione (o ancora in
costruzione? Non so). Fa freddo e c’è nebbia, mi fermo per un cappuccino e
bombolone alla crema al Caffè grande Italia in località Cologna, lasciando tranquillamente
la bici ad attendermi fuori con tanto di borse mentre io mi riscaldo all’interno.
C’è un clima di sommessa anticipazione di festeggiamenti di capodanno, e mentre
faccio la mia seconda colazione gli altri clienti si dedicano all’aperitivo e
alle carte da gioco.
A Giulianova inizia
una nuova importante conurbazione costiera, con tanti hotel e ristoranti che
attendono l’estate e lungomare turistici ormai riccamente infrastrutturati, e
solo i ponti ciclopedonali sul Salinello e sul Vibrata segnalano il passaggio a
Tortoreto e poi a Martinsicuro. Sul secondo chiedo a un anziano cosa siano quei
grossi roditori che lui osserva sulle rive della foce Vibrata: nutrie.
Dopo tanta sonnacchiosa
(e climaticamente fredda, aimè) tranquillità, riprendendo la statale per valicare
il Tronto ed entrare nelle Marche dove sull’Adriatica e sulla parallela
autostrada confluisce il raccordo autostradale da Ascoli, sembra d’esser finiti
di colpo a Los Angeles. Sono intimidito dal ruggire dei TIR e alla prima
opzione mi ributto sul lungomare.
A Nord della
riserva naturale della Sentina, l’atmosfera a porto d’Ascoli con la sua passeggiata
lungomare iperarredata sembra oggi rarefatta. Fa freddo. Guardo gli orari dei
treni per tornare giù a San Salvo dove ho lasciato la macchina, sperando di
trovare posto sulle rastrelliere delle bici.
Link
Tutte le "camminate impossibili" di Derrick in ordine anticronologico:
http://derrickenergia.blogspot.com/search/label/Camminate%20%28im%29possibili
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