mercoledì 15 novembre 2023

In bici per la val di Serra (Puntata 597 in onda il 14/11/23)

Lo scorso sabato 4 novembre viaggiavo in treno con bici al seguito sulla tratta ferroviaria Ancona-Roma. Una linea che merita il viaggio anche solo per guardare fuori dal finestrino.

Concepita a metà ‘800 dallo Stato della chiesa per collegare l’allora suo porto principale, è stata poi completata quando in buona parte ormai si trovava nel regno d’Italia e addirittura nel 1870 minata dalle truppe del Papa per ritardare la presa di Roma. La linea è ancora a binario unico nelle sue parti più difficili e belle, in particolare i due valichi di Fossato tra Marche e Umbria e della val Serra a nord di Terni.

Del primo ho già parlato nelle puntate che linko in basso in questo articolo: poco sopra alla ferrovia passa l’antico valico automobilistico oggi sostanzialmente abbandonato e di fatto meraviglioso percorso ciclabile, e sotto, in nuove gallerie, la superstrada Ancona-Perugia recentemente potenziata. Ci sono progetti già approvati di modernizzare questa parte della linea ferroviaria con un tunnel più basso che ospiti due binari.

Anche il valico della val di Serra è destinato a un raddoppio con un nuovo tracciato per almeno un nuovo binario, ed è di questa parte del percorso che voglio parlare oggi, e la consiglio a tutti i vagabondi in bici.

Sono sceso dal treno a Spoleto e ho fatto la strada verso Acquasparta fino a Boiano, da dove ho deviato a Sud verso il piccolo abitato di Crocemaroggia dopo il quale fino a ben oltre il valico avrei incrociato solo un motociclista che procedeva tranquillo e si godeva come me il profumo e l’aria chiara dopo giornate di pioggia. Proseguendo verso sud la strada ormai strettissima sale severamente in mezzo ai boschi con qualche tornante angusto, raggiunge una piccola pieve e continua l’ascensione fino al punto più alto che precede di poco un bivio dove si prende una sterrata che precipita giù fino ai pressi di Giuncano, nella val di Serra, dove il treno emerge da un tunnel.

La sterrata ha ancora segnali stradali che fanno pensare a un passato con un po’ di traffico automobilistico. Ora è adatta solo ai fuoristrada, mentre auto e camion tra Terni e Spoleto percorre un valico una ventina di chilometri più a est, quello della via Flaminia.

A Giuncano c’è una stazione ferroviaria attrezzata anche per l’incrocio dei treni, e vi staziona un mezzo di manutenzione della linea, ma i convogli non vi fanno più servizio da anni dopo il lento inesorabile calo del traffico in partenza e arrivo da qui. Il mezzo di manutenzione potrebbe essere intervenuto un paio d’anni fa, quando una frana sorprese un treno che la investì, deragliò e dovette poi essere sollevato per riposizionarlo sui binari.

Annunciano Giuncano scalo per chi arriva dal valico due misteriosi edifici residenziali gemelli forse anni Sessanta dall’aria popolare che potrebbero aver ospitato ferrovieri o cantonieri, o minatori, chi lo sa. (Se tra gli ascoltatori qualcuno conosce la storia dello scalo di Giuncano, sappia che sarei felice di saperne di più anche io).

Dopo l’omaggio alla stazione deserta (era chiusa anche la vicina farmacia che però ha un defibrillatore self-service a disposizione dei passanti, che per fortuna non mi è ancora servito) mi sono messo una giacca in più e ho proseguito verso Terni. La strada a questo punto torna a essere ampia e tra i curvoni della valle che più in basso diventa acuta mi sono lasciato scivolare fino alla città in tempo per una sosta in trattoria prima di riprendere un treno per Roma. Dopo la val di Serra, Terni sembra una metropoli, e nel ristorante pieno di famiglie per il pranzo del sabato la mia mise era piuttosto inadeguata.


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