Abbiamo visto poche puntate fa che il governo sta aggiornando il piano
energetico nazionale. Ne ha presentate delle slide riassuntive in parlamento,
ma per farne un’analisi affidabile dobbiamo aspettare il documento completo, mentre
al momento girano versioni non ufficiali che potrebbero essere passibili di
modifiche.
Nel frattempo, il 22
maggio 2017 è stato presentato in una conferenza stampa in parlamento il programma energia del movimento cinque stelle.
Si tratta di un documento
ponderoso quasi quanto quello del governo, e anch’esso con un’ampia
introduzione di scenari tratti dai soggetti istituzionali come Terna, Eurostat
e IEA, in quest’ultimo caso però con riferimento a un outlook sull’Italia
decisamente troppo vecchio. Non manca nemmeno una ricapitolazione delle
politiche energetiche già incardinate da Europa e Italia. Un documento, lo dico
subito, ben fatto, anche se – a mio avviso - con alcune contraddizioni e lacune
(però non più di quelle del corrispondente governativo, almeno come visto sino
a ora).
Vediamo i principali
obiettivi di lungo periodo del piano 5 stelle, il cui anno-obiettivo è il 2050:
- Efficienza energetica: riduzione dei consumi finali di energia del 37%, tranne consumi navali, rispetto al 2014
- Utilizzo delle sole fonti rinnovabili per tutti gli usi energetici
- Forte elettrificazione dei consumi, cioè utilizzo finale di energia in forma elettrica, da portare al 65%, sempre escluse le navi.
Riguardo alla transizione
alle rinnovabili e alla decarbonizzazione, il piano prevede obiettivi intermedi
ambiziosi: l’eliminazione del carbone per produrre elettricità entro il 2020
(secondo Derrick condivisibile) e tre anni dopo la fine dell’uso di
combustibile derivato da rifiuti. Quest’ultima una posizione piuttosto estrema
e difficile da conciliare con il mancato uso di discariche che credo sia
anch’esso un punto del programma 5 stelle.
Il "bocchettone" di un'auto ibrida plugin |
Previsto per il 2030
anche l’abbandono di petrolio e suoi derivati, ma non per trasporti e
agricoltura. Che è come dire che l’abbandono non c’è.
Qui mi sembra che i 5S
manchino di coraggio: in realtà il mix di gas naturale e elettricità
potrebbe permettere tra 13 anni trasporti senza o con poco uso di prodotti
petroliferi, e sicuramente sarebbe possibile escluderli nei centri urbani con enormi
ricadute positive per la salute del paese. Perché no, dunque? L’apprezzabile proiezione
verso il futuro del Movimento in tema energia sembra infrangersi contro
l’industria del petrolio o forse dell’auto tradizionale. E contro il settore
navale, come abbiamo visto negli obiettivi al 2050.
L’esenzione
all’agricoltura dall’abbandono di petrolio e derivati è ancora meno
comprensibile. Nel senso che non c’è una ragione per un trattamento di favore
del settore. Uno di quelli che, insieme ai trasporti, già più vive di sussidi, e che, per esempio secondo uno studio di Andrea Molocchi (che ringrazio per avermelo segnalato) recentemente pubblicato su Nuova Energia, è più in debito comparando le esternalità negative che dà all'ambiente con le imposte ambientali che paga.
Vogliamo un’agricoltura sostenibile e pulita sì o no? L’agricoltura
è buona in sé, perché ci ricorda l’origine bucolica della civiltà, o è buona se
competitiva, efficiente, sostenibile, come qualunque altra attività?
Altro punto su cui non mi trovo d'accordo è il mito (non solo in questo programma) dell'autonomia energetica, che nel documento è preconizzata. Qual è il motivo di ritenere negativo l'import di energia e non quello di microprocessori, altre materie prime, automobili e non so cos'altro? Per quale motivo dovremmo autoinfliggerci i costi dell'autarchia energetica?
Intervista a Davide Crippa deputato M5S sul programma energia
Abbiamo approfondito il 26/6/2017 il tema con uno speciale Derrick negli studi di Radio Radicale con Davide Crippa, deputato del M5S membro della Commissione Attività Produttive della Camera. Qui l'audio integrale:
https://www.radioradicale.it/scheda/513062/speciale-derrick
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